Allevamento e consumo di acqua: La Granda prova a fare chiarezza
Allevamento e consumo di acqua: un binomio che fa discutere. Nell’era della sostenibilità, abbiamo scelto, in collaborazione con l’Università di Milano, di fare chiarezza rispetto al rapporto tra zootecnia e gestione del territorio.
Le piccole aziende agricole, per la maggior parte a conduzione familiare, sono complici nella valorizzazione e nella salvaguardia delle nostre terre. A loro il compito di applicare pratiche rispettose dell’ambiente, preferire la naturalità a discapito della chimica, combattere i modelli intensivi e impegnarsi per un uso efficiente e sostenibile delle energie e dell’acqua.
Per motivi nutrizionali, etici ed ambientali, la carne è stata oggetto di critiche. Crediamo che, consumare la carne in maniera equilibrata, privilegiando la qualità alla quantità, non abbia effetti negativi né per l’uomo, né per l’ambiente.
Lo abbiamo sentito centinaia di volte, tanto da sembrare quasi verità: per produrre un chilo di carne sono necessari più di 15.000 litri d’acqua. Ma è davvero così? Se si abbattono i pregiudizi, gli stereotipi ed i luoghi comuni, la risposta è NO.
Per Water Footprint, letteralmente impronta idrica, si intende l’indicatore utilizzato per calcolare il consumo, diretto o indiretto, di acqua dolce per realizzare un prodotto, prendendo in considerazione tutte le fasi produttive. Questo è il risultato di tre componenti: Green Water, Blue Water e Grey Water.
La Green Water si riferisce all’acqua evapotraspirata durante il processo produttivo delle piante ma che rientra nel ciclo idrico.
La Blue Water corrisponde all’acqua prelevata da un bacino idrico che non rientrerà nel ciclo idrico.
La Grey Water rappresenta il quantitativo di acqua inquinata che, quindi, per poter rientrare nel ciclo idrico necessita di un trattamento depurativo.
Il declamato valore di Water FoodPrint pari a 15.000 litri per chilo risulta così ripartito: 94% di Green Water, 4% di Blue Walter e 2% di Grey Water (La sostenibilità delle carni in Italia, 2014). Il dato finale potrebbe essere fuorviante, ed è importante fare la distinzione tra i tre tipi di volumi d’acqua.
La Green Water costituisce la maggior parte dell’acqua utilizzata ma è frutto esclusivamente di processi naturali. Di conseguenza, meno impattanti per l’ambiente. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, ad influenzare la Green Water si contano le condizioni climatiche e geografiche del territorio di produzione oltre al metodo produttivo. La percentuale varia sensibilmente, di stagione in stagione, di regione in regione, di anno in anno.
Non è quindi semplice attribuire a priori la virtuosità e la sostenibilità di una filiera.
Noi ci impegniamo a ridurre il Water Footprint praticando un’irrigazione controllata.