La famiglia Ingaramo: allevatori resistenti per la Razza Piemontese
Da sempre attenti al benessere animale. Dal 2011, con La Granda di Sergio Capaldo.
Ci sono radici che scavano in profondità. Esistono ife che raggiungono terre lontane alla vista. Solo così crescono piante forti.
A San Salvatore, una piccola frazione di Savigliano, là dove il Monviso è illuminato dall’alba al tramonto, il Faggio Pendulo, protegge la storia della famiglia Ingaramo. Si narra che l’antico albero sia stato piantato alla fine degli anni cinquanta, quando gli Ingaramo affittarono l’azienda agricola sita in Strada Gorra. Qui, ancora oggi, vive la passione per la zootecnia.
La stessa leggenda racconta che l’azienda agricola fosse residenza estiva dell’Onorevole Chiesa, allora al governo.
“Siamo allevatori resistenti. Abbiamo difeso le nostre idee e, in un certo modo, le nostre idee ci hanno salvato”, racconta orgoglioso Andrea Ingaramo, classe 1977, oggi alla guida dell’azienda.
La storia della famiglia Ingaramo con i nonni Giovanni Battista e Francesca, e poi con il figlio Giuseppe Ingaramo e i fratelli, vanta, da sempre, una grande attenzione al benessere animale, ancor prima che questo venisse certificato.
Dal 1951 al 1978, gli Ingaramo, scelgono, ogni giorno, la Razza Piemontese e caratterizzano il proprio allevamento per la pratica del pascolo e il rispetto della linea vacca-vitello.
L’arrivo del piccolo Andrea porta con sé la costruzione della nuova stalla, dove a tutti i capi è assicurata la stabulazione libera.
“La Granda ha rappresentato per noi una scelta resistente. Non è stato un cambiamento ma la naturale conseguenza del nostro lavoro”, racconta Andrea Ingaramo.
Nel 2011, complice qualche amico già consorziato La Granda, l’azienda agricola di Via Gorra entra a far parte del circuito guidato da Sergio Capaldo. “Non è stata una questione economica, già vendevamo tutta la carne ad un macellaio di Savigliano. Abbiamo preferito un progetto a lungo termine e profittevole per tutti”, conclude Andrea.
L’azienda oggi conta 180 capi, di cui 100 fattrici e si estende per oltre 34 ettari. Al fianco di Andrea, crescono i piccoli Giulio, classe 2010, e Giacomo, di quattro anni più giovane. Il destino dell’azienda potrebbe così essere già al sicuro.