Isaia: allevatori di Razza Piemontese con un nobile passato.

Con La Granda per coronare un cammino di oltre un secolo.

È una storia nobile, intrisa di sangue blu quella della Cascina delle Bealere.

Qui è passata l’Unità d’Italia, attraverso la famiglia Barattieri di San Pietro con il famoso generale che ha guidato la battaglia di Custoza. L’affittava la famiglia Voli di Dronero, noti aristocratici della terra cuneese. Dispone, ed oggi è l’ultima della zona a possederlo, di un impianto di irrigazione del 1500 con acqua della Valle Maira frutto di scambi di guerra tra i sovrani dell’epoca.

Ed è proprio in questa cascina, alle porte di San Pietro del Gallo che ha inizio la storia della famiglia Isaia come allevatori di bovini di Razza Piemontese.


Nel 1906 nasce Guglielmo e lui, insieme al padre, vive, in affitto, nella nobile casa. Mensilmente, il generale Barattieri, che ha preso in moglie una Voli, raggiunge la provincia cuneese per riscuotere il canone di locazione. È Guglielmo, in sella ad un cavallo bianco, rispettando il volere dell’aristocratico, che lo accompagna nella tenuta costretto a sorpassare ogni calesse si incontri lungo il tragitto.

Nel 1950, gli Isaia acquistano la cascina da Vittorio Barattieri di San Pietro al prezzo di 400 mila lire. Da quell’anno, i capi di Razza Piemontese, fino ad allora non più di 30, aumentano fino ai 160 di oggi. Nel 1960 sono 40, quindici anni dopo 70 e, a inizio 2000, sono 130.


Gli Isaia, non sono solo allevatori, ma cultori degli animali e della genetica.

 

Già Guglielmo, erano gli anni trenta del secolo scorso, selezionava i tori da utilizzare in azienda. Mai badava al costo ma era alla costante ricerca della qualità, la selezione della genetica garantiva di avere sempre capi belli in stalla. A conferma di questo, il numero di premi che gli Isaia hanno vinto con i bovini di razza Piemontese nel corso degli anni. Dal 1985 ad oggi se ne contano 28, tra cui il Trofeo Damiano, il premio del Bue Grasso di Carrù, la vittoria come del primo premio come Campione Assoluto di Mostra e il primo premio alla Fiera del Toro.


La passione per gli animali e per la zootecnia viene trasmessa a Sergio, il figlio di Guglielmo e poi a Carlo, suo nipote. La scelta del secondo di lavorare in azienda, però, non è immediata.

Prima il diploma come perito agrario, l’impiego alla Coldiretti e a seguire alla CIA- Confederazione Italiana Agricoltori che lo sceglie proprio come presidente dei giovani imprenditori. “Un ruolo”, spiega Carlo, “che mi ha avvicinato ad altri imprenditori giovani. Il loro entusiasmo mi ha contagiato. Così, dopo anni trascorsi ad aiutare mio padre in stalla nel tempo libero, ho deciso di dedicarmi esclusivamente all’allevamento di famiglia”. Era l’inizio degli anni duemila.

Con Carlo in stalla cambiano molte dinamiche. Le Piemontesi passano da stabulazione fissa a stabulazione libera. Si procede all’ingrasso e i vitelli appena nati non sono più venduti. La stalla è ampliata, non avviene più la mungitura e l’alimentazione dei bovini esclude gli insilati e gli OGM così come gli antibiotici.


Nel 2004 l’ingresso in Granda per l’allevamento degli Isaia. Così ricorda quel momento Carlo:” conoscevo La Granda fin dal 1996, suo anno di costituzione. Ne ero affascinato da quel tempo ma mio padre era scettico. Con le redini dell’azienda in mano e sotto la guida di Sergio Capaldo, la mia visione di allevamento ha potuto concretizzarsi. La Granda era ed è unica, con il suo entusiasmo ed energia, ha cambiato la zootecnia, almeno nella nostra cascina. Forte già di un grande amore verso la Piemontese, ho visto premiati i miei sacrifici”.

La Granda fu anche galeotta per gli Isaia. Nel 2009 infatti l’incontro tra Carlo e Marina Filippi, figlia di consorziati la Granda che presto si trasformò in un matrimonio con due eredi femmine.

L’azienda, che vede ne La Granda il suo unico futuro, potrebbe quindi presto tingersi di rosa.

Gli Isaia: appassionati della Razza PIemontese e cultori della genetica

La famiglia Isaia agli inizi del Novecento



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